PUTINISTI NOI? Rispondiamo: GIU’ LE MASCHERE!

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Putinisti noi? Rispondiamo: giù le maschere

Riavvolgendo l’ultimo decennio vediamo come l’Europa stia attraversando tempi sempre più difficili economicamente, agitati politicamente, confusi mediaticamente e violenti militarmente. Come non bastasse dentro il caotico e troppo mutevole panorama politico siamo messi faccia a faccia con due grandi insidie che possono farci perdere la bussola: l’informazione filtrata e l’arrendersi alla tifoseria ideologica, un po’ come il ricondurre tutto a ˈdestra e sinistraˈ per intendersi. In Italia come in Veneto l’opinione pubblica dei cittadini è influenzata da ˈfontiˈ di informazione che per dare forza alle proprie tesi fanno leva su questi fattori.

Come Indipendenza Veneta Giovani è necessario dare opinione esaustiva sulla questione spiegandola con utile esempio pratico quale una persona che ha recentemente mosso contro di noi diverse accuse. Questo articolo diventa un’ottima occasione per offrire ai militanti e lettori un’utile bussola di riflessione contro le trappole celate dietro certe ‘fonti’ e smentire l’accusatore, nostra vecchia conoscenza. 

Replichiamo – in via unica e definitiva – ad un curioso articolo (23/03/22) giunto alla nostra attenzione, scritto nientemeno che da un nostro ex-socio co-fondatore quale il Sig. Gianluca Busato, figura nota e controversa dell’ambiente indipendentista passato. Egli nel suo articolo “L’indipendenza del Veneto verrà dai giovani, non certo dai boomer putinisti” solleva su IV ed il nostro segretario una serie di illazioni da lui magistralmente preconfezionate ricolme di ipocrisia.

Vista la presa libertà di allegare foto di persone da lui citate ci prendiamo facoltà di fare lo stesso.

Foto di periodo 2011 – 2013

Le etichette affibiateci da Egli – in principio ex-leghista, poi ex-padano, poi (PNV) ex-Veneto Stato e infine ex-Indipendenza Veneta – sono molteplici e toccano il tema della guerra in Ucraina, le ideologie che secondo Egli ˈserpeggianoˈ nel nostro partito e il presunto schieramento morale verso il dittatore russo, e da Febbraio anche carnefice, Putin.

Fonte: https://it.wikipedia.org/wiki/Gianluca_Busato 

Ma cosa si è fatto per aspettare a rispondere? 

Cose ben più urgenti e importanti come organizzare eventi informativi, preparare competizioni elettorali, organizzare il nostro 10° Congresso tesserando per tempo centinaia di persone per dare loro diritto di partecipazione, curare dialoghi politici verso l’esterno, ecc. A tempo debito avemmo controbattuto punto su punto.

Ma perché concedere attenzione ad una figura dimostratasi negli anni dannosa al clima di ogni gruppo in cui ha militato e che per giunta non abita nemmeno più in Veneto? 

Perché non è più giustificabile rimanere in indulgente silenzio verso chi indossa delle maschere per infangare pubblicamente la nostra immagine: peggio ancora secondo noi se viene fatto agli occhi di soggetti di età più o meno giovane che quasi nulla possono conoscere o informarsi sul suo conto. Tale tattica di avvicinamento politico difatti non gli riesce in nessun ambiente o social dove non sia già conosciuto per cronaca e condotta politica.

Perché è nostro dovere verso chi è rimasto ammaliato (di)mostrare l’incoerenza tra parole e fatti di chi ci accusa non lasciando proseguire oltre questa sua astuta tattica dal nome in codice: l.e.c.c.a.t.a.d.i.c.u.l.o.

Non essendo e non facendo gli avvocati per altri come I.V.Giovani risponderemo unicamente per conto di Indipendenza Veneta.

“I VENETI PER NOI SONO TUTTI UGUALI”

Leviamo via la prima maschera: quella dei valori.

Come noi l’accusante Busato sembra essere schierato da tempo a difesa di valori comunitari di accettazione e tolleranza sociali, con pensieri condivisi nei suoi canali social come: “Per noi i veneti sono tutti uguali, senza distinzione ideologiche, di religione, o di orientamento sessuale.” che approviamo su tutta la linea, peccato solo che già alla quarta riga del suo articolo è Egli stesso a sconfessarsi con testuali parole: “P. Z., tradizionalista cattolico, … ”. Capiamo perfettamente che persone più integraliste entrano in contrasto con altre per i loro punti di vista più rigidi ma perché il bisogno di sottolineare il credo religioso? Evidentemente per il sig. Busato ci sono veneti ˈmeno uguali di altriˈ.

TASSELLI IN UN AMBIENTE DA QANON VENETO PUTINISTA

Leviamo via la seconda maschera: la sua estraneità da certe persone.

Poche righe dopo leggiamo tale frase “… esponenti di nessuna importanza a livello istituzionale, ma in un qualche modo seguiti a livello di opinione pubblica …” che ci lascia molto perplessi. Nella prima parte non si rendere bene conto (forse) che sfotte molto più sé stesso visto che qualche rappresentante locale lo abbiamo mentre lui nessuno; con la seconda parte invece sembra palesare una nota di frustrazione non riuscendo a spiegarsi come Egli, dotato oratore, non venga più filato da anni a nessun livello mediatico. L’ultima nota di rilievo che ha ricevuto dalla stampa è stata ad inizio Regionali 2015 dove quando era politicamente ˈforte ed inarrestabileˈ della partecipazione e sostegno di oltre 2 milioni di veneti al suo referendum digitale non riuscì nemmeno a raccogliere 2000 firme per provincia per partecipare alla competizione elettorale. Un mistero. Questo forte e all’apparenza inspiegabile fallimento al tempo aprì gli occhi a moltissimi sul fatto che i molti espulsi e auto-dimessi soci del suo partito forse avevano ragione a dire che la corrispondenza tra i numeri da Egli dichiarati e la realtà non combaciasse molto.

Fonte: https://www.miglioverde.eu/rocchetta-arman-e-della-valle-puntano-il-dito-contro-plebiscito-eu/ 

Digressione a parte, definire Indipendenza Veneta come tassello di un ambiente politico in salsa QAnon è quanto di più falso si possa affermare. Chi conosce Indipendenza Veneta, anche solo stando a guardare sulla porta di ingresso, sa benissimo la sua natura politica passata e di quale chiara e forte identità politica si è vestita oggi. Rimandiamo Egli – che ci legge solo dove gli fa comodo – e i lettori al link dove è possibile leggerla integralmente:

https://indipendenzaveneta.com/download/identita-politica-indipendenza-veneta/ 

L’articolo prosegue facendo intendere il suo distanziamento e totale estraneità da certi personaggi definiti grotteschi e folkloristici. Egli però omette palesemente al lettore di aver collaborato politicamente in passato con alcuni di loro. Memoria corta la sua o imbarazzo?

Lasciamo qui tre foto (periodo 2012 – 2014) e una breve nota sul suo ex-amico Chiavegato. Nel 2013 i forconi si erano totalmente sciolti e tutti, compreso il sig. Busato, sapevano bene che ruolo aveva avuto Chiavegato sulla scena: fondatore LIFE. Le notizie del periodo non solo provano come Egli fosse in buona intesa con C. ma addirittura ci ha ragionato una possibile alleanza. 

Fonte: https://www.miglioverde.eu/veneto-indipendenza-prove-partito-unico/ 

Perché al tempo Egli non era così schizzinoso nei confronti di Chiavegato? Convenienza politica o stima autentica? Secondo noi un paio di braccia di qualche ex-forcone avrebbero fatto comodo alla sua raccolta firme per le Regionali 2015 miseramente fallita.  

Concludendo la nota sul nostro ex-alleato C. (perché a differenza di qualcuno non abbiamo paura di parlare del nostro passato): a scanso di equivoci, future interpretazioni strumentali o di futuri articoli di risposta, dobbiamo dare spiacevole delusione.  Le intese ideologiche che hanno suggellato l’alleanza tra noi e Chiavegato alle Regionali 2015 non si sono mai basate, a nessun livello, sugli eventi di Donbass e Crimea. Il programma elettorale del 2015 era “Indipendenza unico punto”: non fù dato spazio ad altro. Chi si ricorda o si informa sul web lo potrà confermare.    

LE POSIZIONI FILO-RUSSE e PRO-ORSINI

Leviamo via la terza maschera: il non aver mai avuto posizioni filo-russe.

La lettura che viene fatta del post FB – 22/03/22 – dell’avvocato Morosin è palesemente strumentale ed ignora l’evidente proposta di un avvocato che per natura professionale chiede di far deporre le ragioni di ambo le parti. Una cosa che – per quanto inattuabile – è totalmente fuori dal potersi definire un appoggio alle istane putiniane. Stesso discorso anche per il commento su Orsini: il riconoscere che O. abbia portato temi spinosi sul tavolo del dibattito – non commentiamo le argomentazioni di O. – non equivale in nessun modo a dichiararsi favorevoli alle sue tesi di ˈpacifica arrendevolezzaˈ al colonialismo russo. Qui o c’è una precisa volontà da parte del sig. Busato di interpretare strumentalmente parafrasi di un messaggio oppure ha la grave incapacità di comprendere un testo.

Crediamo che molti durante il conflitto se lo siano dimenticato ma la libertà e la democrazia vera, quella partecipata, siedono sul caposaldo che ci sia la libertà di parola includendo anche quella del confronto. Per questo noi critichiamo molto Zaia per esempio, che da più di 5 anni in Veneto non si abbassa ad un confronto tv con nessuno rimanendo di fatto intoccabile e sempre senza contraddittorio. In periodo di conflitto nei Paesi dove viene permesso solo ad alcune voci di parlare e dibattere sono quelli dove vige la cosiddetta propaganda nazionale, che come tutti sappiamo ha come unico obbiettivo il togliere voce al nemico. La possibilità di parola agli esponenti del cremlino andrebbe a loro tolta semmai perché nello stato russo che si sono cuciti addosso sono loro a togliere le libertà di parola ed espressione.

L’attacco rivolto a Morosin si conclude criticando l’omissione al citare l’invasione delle forze russe di Donbass e Crimea nel 2014. Questa critica definisce la posizione contraria del Sig. Busato sulle modalità con cui la Crimea è stata annessa alla Russia ma questa dichiarazione ci fa sgranare gli occhi increduli. Noi abbiamo buona memoria e ricordiamo perfettamente che nel periodo di occupazione della Crimea (2014) Egli faceva il tifo esattamente per il fronte opposto. La foto – pubblicata da Rocchetta in Aprile 2014 – pensiamo sia stata scattata in ragione dello svolgimento del referendum in Crimea: referendum in cui le forze militari russe hanno presidiato i seggi di voto.

 Qui le possibilità son due: o qualcosa ha scosso i suoi ideali oppure Busato cavalca l’onda degli eventi mediatici in tipico stile salviniano. Ma non contento è disceso dall’alto per farci ipocritamente lezione di moralità.

Ora Egli vada pure a rincorrere tutte le persone che ha provato ad ingraziarsi finora ma una foto vale più di qualunque arrampicata di specchi. A questo punto bisognerebbe fargli due domande dirette: 

La faccia tosta con cui sfotte il nostro partito e ci etichetta delle più sconvenienti ideologie deriva più dal sentirsi a posto con la propria coscienza o perché pensa che più nessuno ormai abbia fonti e materiale in grado di smentirlo? Ad usare queste tattiche del ˈdico-non-dicoˈ non prova un po’ di vergogna verso le poche persone che ancora lo seguono?

Forse sente il dovere di mettere in guardia qualcuno su Indipendenza Veneta ma siamo noi Gruppo Giovani che mettiamo in guardia su di lui.

Se Egli si diletta – e può solo limitarsi – ad interpretare post social scrivendoci sopra articoletti a noi basta contrapporre i fatti presentando prove concrete. E’ un dato di fatto pubblico che durante la sua dichiarazione di indipendenza a Treviso (2014) vi fosse anche la bandiera russa a sventolare in piazza. Ne vediamo la presenza ben prima dell’inizio dell’evento: perché Egli non prese cura di farla allontanare? Forse impegnato dai preparativi non poté occuparsene direttamente. Allora abbiamo controllato se almeno, nei giorni successivi quell’evento, avesse fatto un post o un comunicato di dissociamento dalla bandiera. Ebbene – invitiamo i lettori a controllare – non c’è alcuna traccia di un comunicato ufficiale in tal senso. Ci spiace proprio ma i fatti contano più di ogni parola. 

Fonte: https://www.rainews.it/archivio-rainews/media/i-sostenitori-Secessione-Veneto-d57b691f-a18d-44af-8efb-a2ac947d62e7.html?fbclid=IwAR2qu5Ws74voPhHSuKST6fkrBPmT6kwYE119hj9R1vsxYOiMY9_8nZl5vqQ#foto-11 

Dopo questi esempi ricordiamo quindi ai nostri soci e lettori che quando mancano un numero sufficiente di informazioni, di archivio dei fatti di cronaca e di memorie fotografiche chiunque nascondendosi dietro una tastiera può apparire come un perfetto fenomeno anche cambiando impunemente fronte ideologico in base alla convenienza d’immagine. Non bisogna mai accontentarsi di informarsi da una fonte sola.

IL TIFO IDEOLOGICO: la soppressione del dibattito critico.

Lasciando perdere per sempre l’uomo delle maschere affrontiamo ora la seconda insidia: la propaganda. Come già detto essa serve unicamente a sostenere o giustificare in modo totale le azioni della propria fazione senza lasciare spazio a qualunque forma di autocritica poiché esporrebbe il fianco alle istanze nemiche. Peccato si paghi poi un prezzo: l’unire lo schieramento ideologico con lo stile del politicamente corretto (sempre di moda) ha generato una nemesi in seno al dibattito pubblico europeo che il più delle volte ha zittito analisi critiche sulle mosse sbagliate dei governi ucraini e la poca attenzione dell’elite europea. Questo a livello mediatico, dalla stampa all’opinione dei singoli individui, ha estremizzato le posizioni delle rispettive ˈtifoserieˈ a tal punto da non contemplare alcuna corresponsabilità nelle fasi socio-politiche che dal 2014 fino a Febbraio 2022 hanno inasprito sempre più il fronte del Donbass. In conseguenza alle linee di pensiero dell’opinione pubblica dentro un clima tesissimo molti esponenti politici e comuni cittadini hanno fatto la scelta più scontata e sicura (lo comprendiamo) ovvero accontentarsi di puntare il dito contro l’evidente colpevole Putin e mettere al sicuro la reputazione. È proprio qui dove ora sono rimaste trincerate moltissime persone: chi osa non limitarsi a ripetere la litania “Putin assassino” e prova anche un’analisi oggettiva dei fatti avvenuti viene marchiato seduta stante come ˈputinianoˈ. Sull’Ucraina è tale la frizione mediatica dei fronti opposti che sono molti gli esponenti politici ad essersi arresi a portare avanti una comunicazione politica del compiacimento abbandonando quella del convincimento. 

Chi comunica per compiacere la propria base si è messo unicamente a denunciare a ripetizione l’aggressore Putin, le vittime innocenti, le ingiustizie del regime russo senza però mai andare oltre … senza mai osare una riesamina totale degli avvenimenti facendo approfondimenti sulla condotta di ambo i fronti. Perché chi invece vuole convincere la propria base della colpevolezza di Putin e dell’insensatezza della sua guerra è costretto a fare una ricapitolazione storico-politica molto ampia e articolata che sotto molti aspetti non conviene per i motivi precedentemente detti.

Accontentarsi ad elencare i colpevoli senza studiare le dinamiche: è questa secondo noi la cattiva scuola politica che si sta facendo alle nuove generazioni. Se vogliamo affrontare ogni futuro conflitto senza fare un esame oggettivo delle indulgenze ed errori commessi dai noi, fronte europeo, allora continueremo a condurre politiche estere miopi che non fanno mai tesoro delle lezioni passate. 

È forse la presenza di milizie estremiste (tipo la C14, Right Sector, Traditions and Order, Karpatska Sich, il battaglione Azov, il Wotanjugend, la Misanthropic division, ecc.) in Ucraina ad aver regalato quello spazio, quel ventre molle, dove Putin ha fatto leva sui sentimenti filo-russi della popolazione locale di Donbass e Crimea? Non proprio. Senza appoggio politico e finanziamento tali milizie non avrebbero avuto lunga vita. Se queste frange militari esistono ancora nel 2022 è solo perché una parte della cornice politica dei governi ucraini precedenti è stata troppo indulgente e non ha voluto bandirle dal paese. Persino il giornale “Internazionale” non si è potuto sottrarre dal fare delle sottolineature in tal senso:

Fonte: https://www.internazionale.it/notizie/aris-roussinos/2022/03/24/ucraina-azov-estrema-destra 

Per noi Putin non ha e non ha mai avuto nessun valido motivo, né politico né commerciale, per iniziare questa guerra. Nessuno scontro di interessi potrà mai giustificare il massacro di civili inermi. Eppure tra i preparativi di guerra, con mente e cuore di ghiaccio, ha messo in atto una propaganda astuta e martellante riuscendo a far percepire i piccoli gruppi filo-nazisti come una fetta consistente dell’esercito ucraino creandosi da solo metà del pretesto morale per azzardare la guerra. Putin è colpevole di aver acceso la miccia di questa follia ma non possiamo sottrarci dal ragionare su come abbiamo esposto il fianco dandogli possibilità di manovra.

Anche lui adora indossare maschere, per disorientare i suoi nemici europei ed americani – vedasi come ha abbindolato Macron per intere settimane – e per affascinare i suoi sostenitori russi ed europei. La finta sensibilità verso le popolazioni del Donbass è stata tale da riconoscere unilateralmente l’indipendenza di Donetsk e Lugansk solo 8 anni dopo i loro referendum, solamente nel momento più conveniente a lui per iniziare la guerra.

Purtroppo Putin è riuscito in parte ad attuare la sua strategia ma l’Ucraina e la comunità europea devono saper imparare dai propri errori andando oltre l’ostacolo.

E noi veneti? 

Rimarremo soddisfatti nella trincea del nostro tifo ideologico o proveremo a guardare in faccia la mutevole realtà? 

Gruppo Giovani

Indipendenza Veneta